20 luglio
Proseguo dopo due colazioni, una con lui e una con Benzina, e pedalo verso sud.
Bello fino a Senigallia, poi dopo fabbriche e spiagge onestamente poco invitanti.
Panorami non proprio mozzafiato, se non per quelli delle acciaierie, che il fiato te lo mozzano, ma letteralmente.
Ad Ancona cerco di aggirare il Conero, ma non ci riesco. Mi imbatto in una salita tutta dritta.
Vista da sotto non pare troppo ripida, ma pedalando mi sembra un muro.
Schiaccio sui pedali, impreco, sudo; scendo anche dalla bici e spingo senza pudore. Tanto non devo dimostrare niente a nessuno.
Dopo una serie di sali scendi, qualche campo di girasoli e tre litri d’acqua arrivo a Marcelli di Numana, bello bollito.
Questo è un altro posto del cuore per me: ci sono già stato almeno due volte, è il posto della prima vacanza con Francesca e Fujie insieme.
Sono in una mansarda minuscola, con annesso un nido di uccelli pigolanti. Mi sento alloggiato su un albero ma sono a 50 m dall porticciolo e dalla spiaggia.
Passeggiata serale per raddrizzare la schiena, lungo il mare. Bene per la schiena, male per i piedi . Qui non c’è sabbia, solo grossi ciottoli, “sabbia ancora da macinare”, come direbbe il mio amico Bruno. La camminata evolve da tacchino zoppo a fachiro sui chiodi.
Senza figlio la cena si asciuga: una piadina in birreria e a letto.