Bari è bella, almeno vista per due giorni dal lungomare, tra monumenti, popizze e vicoletti, con la gente tutta intorno. Quando riparto, alla periferia di Bari spariscono però ciclabili e posti pittoreschi
Pare che questi siano posti pescosi, a giudicare e dai negozi di pesce che si susseguono e dai camion refrigerati che mi sorpassano. Ancora tanta natura intorno, pomodori, trulli e fichi.
A Polignano c è un bagno di folla, o meglio c’è una intera folla a bagno, sotto le scogliere dei tuffi della gara Red Bull.
Le baite sono comunque tutte simili anche a Monopoli, ma qui il paese bianco bianco è più tranquillo e più adatto ad un trisabile in sosta.
Oggi la tappa è lunga, voglio recuperare una mezza giornata…
Incoerente, vedo un bivio verso un “ Albergabici” un punto di ristoro di cui avevo letto e mi butto nella campagna deserta.
Strade bianche, piene di ulivi e sterpaglie. Pare ci abbiano girato i primi film western italiani, quelli tipo Sergio Leone.
Sono nel Parco Dune Costiere, ma l’Albergabici è un super bidone: chiuso, deserto e desolato, senza nessun nessuna indicazione.
Accidenti !.Ho i nervi carichi, faccio fatica a pedalare, la strada sale, mentre ci sono proseguo all’interno verso Ostuni, ma la salita non finisce fino dentro al paese.
Il posto deve anche essere interessante, ma non saprei dire, ora è tutto filtrato dalla stanchezza.
Mentre pedalo rifletto. Sì ha molto tempo per pensare, pedalando.
Sono un pollo, oggi devo fare parecchi chilometri, vorrei recuperare una giornata di viaggio e invece mi sono infognato in queste strade sterrate al caldo…
Non sono brutte, ma brulle sì, e aride.
Smetto di cercare scorci belli, mi dimentico di fare le foto agli ulivi che mi circondano e a chi ci lavora.
La strada è ancora lunga e non se ne vede la fine.
E poi, dove sono arrivato.?
Ad un Abergabici fantomatico, sgarrupato e fuori rotta. E adesso salgo ancora.
Ma cosa sto facendo?
Perdo lucidità, rallento poi accelero, prendo una statale per accorciare ma è anche peggio, con le auto e i camion che sfrecciano e fanno traballare la mia Matcha con saccone.
Da “soluzione geniale la biciclettina diventa trabiccolo. A volte le prospettive e i punti di vista cambiano anche solo in base all’ umore o al grado di sete e la stessa persona trasfigura.
Proseguo sulla statale all’interno, verso Ostuni pedalando e faticando per arrivare in un posto fuori dall itinerario che avevo stabilito.
E mi arriva anche il classico: ma cosa ci faccio qui?
Scatta lo scrupolo di coscienza: sei un immaturo, invece di perder tempo a pedalare come un ragazzino e rischiare di farti travolgere dai camion sulla statale e torna a studiare, vai a lavorare. Fai qualcosa di utile e redditizio, prendi il treno e torna a casa non sprecare tempo e soldi.
Arrivo a Brindisi quando il sole è già basso. Il tramonto rosso è pittoresco, poetico ma ho fame, sete e sonno.
Accendo la luce della bici; stavolta funziona ma è segno che è parecchio tardi.
Al B&B sempre in periferia, in zona aeroporto, mi aspetta però una coppia simpatica, Gino e Luciana, che mi apre una casa intera.
Sono due fruttivendoli giovani: lui vende nel negozio, lei cucina la verdura e fa gastronomia. Mi promettono la crema di fave, da ritirare la prossima volta che verrò a Brindisi. Mi addormento all’ istante appena sono solo e dormo come se non ci fosse un domani da pedalare.
Turisti, chilometri, caldo e poi ulivi e ulivi.