Il Salento: sterrati, scogliere e ancora ulivi.

Sto incontrando tutta gente cordiale e simpatica.
Attraverso Brindisi di sfuggita: ha un bellissimo forte, ma io sto iniziando a pensare all’arrivo di domani.
La costa diventa alta, è suggestiva e c è parecchia gente nelle calette che si susseguono. Abituato però alla congestione della Liguria qui la gente mi sembra poca.

Dopo la tirata di ieri sto rallentando: attraverso la riserva naturale delle Cesine, profumata e rigenerante, attraverso spiagge bellissime e trulli a Vernole e San Foca, indugio a Torre dell’Orso dove mia figlia è rimasta una settimana con gli amici e arrivo ai laghi di Alimini.

C’è spazio per riflettere e iniziare ad assaporare l’avvicinarsi della metà.

“Non ti disunire, Mauro”  mi dico. “Resta concentrato fino in fondo”.,
Mi prende una lieve sensazione di fremito. Non sono proprio brividi, deve essere soddisfazione. Mi sorprendo a ridere mi metto a canticchiare.

Sto arrivando ad Otranto.
Posto Che conosco per precedenti scorribande con i miei amici, per la corsetta sul lungomare del porto di un anno fa.

Il fremito aumenta, pedalò col sorrisone e arrivo da Rita, la nostra amica che abita qui col suo negozio di piastrelle di ceramica.

Le offro un caffè leccese per festeggiare; lei mi dice che sono un pazzo. E’ L’ultima sera qui in Puglia. Dormo di nuovo nell’interno, a CasaMassella, e mi concedo una cena con tanto di pasta supercondita e cicoria e crema di fave. Finalmente. Ho il cuore leggero.

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