A metà luglio, in un intervallo tra un cliente e l’altro, propongo a mio figlio di venire qualche giorno in bici con me.
Ci provo, mi aspetto il classico “papà, anche no, grazie , mi vedo con gli altri (…miei amici)”.
E invece miracolosamente Fujie accetta, in cambio di una notte a dormire fuori per conto suo, che gli accordo all’istante.
Non mi sembra vero.
C’è solo la bicicletta di sua sorella, ma iniziamo a sistemare quella.
Compriamo luci, portapacchi, borse da viaggio e un paio di pantaloncini con pannolone da ciclista. Arrangio una manutenzione il più accurata possibile, gli raccomando di fare una borsa leggera.
Prenoto il taxi per la stazione, per le 6,00 della mattina dopo: destinazione Ravenna, per proseguire il viaggio lungo la costa adriatica.
16 luglio
Alle 5,30 telefonano dai taxi che non hanno auto disponibili.
Mi arrabbio: ieri sera erano così gentili e tranquilli! Protesto forte e alla fine ne trovano uno.
Andiamo incontro al taxista: noi trafelati, lui serafico. Carichiamo al volo bici e bagagli e arriviamo giusti giusti alla stazione.
Bene, siamo al binario; ma non ci resta che salutare la coda del treno che si allontana .
Come inizio non c’è male.
Prendiamo il primo treno due ore dopo , cambiamo un paio di volte, carichiamo e scarichiamo le bici al seguito sui vagoni stipatissimi.
Mio figlio mi chiede: ma i controllori non passano mai ? Boh.
Arriviamo belli cotti a metà pomeriggio: mi piace questa città, sembra bella anche per viverci.
Usciamo dalla città e ci mettiamo a pedalare nei boschi, tra le postazioni di bird Watching e il parco di Mirabilandia., che evito di citare a mio figlio per esigenze di percorso e tempi di percorrenza.
Fujie è diviso tra l’emozionato e il perplesso.
Fa caldo, parecchio, c è anche vento contrario, ma lui per ora non si scompone.
Pedaliamo insieme lungo le passeggiate a bordo mare, ai lidi di Ravenna,di Classe, di Savio.
È bellissimo. Un po’ di turbamento a Milano marittima, piena di coetanei e coetanee di Fujie , con copricostume a rete che suscitano forte ammirazione.
Si dorme a Cervia in una minuscola B&B di una cordiale signora in rosso un po’ suonata, che la sera salutandoci ci chiude a chiave in camera e lascia la chiave nella serratura. Non riusciamo più a uscire e la signora non risponde. Ci rassegnamo e scherziamo, reclusi vicino alla movida del lungomare. Per fortuna abbiamo già cenato.
Fujie ci sta prendendo gusto.