A casa, bollito.

Ritorno in bus notturno, dormicchio scomodo fino a Bologna, col mio povero vicino sovrappeso che sonnecchia anche lui borbottando incastrato tra lo schienale anteriore e il finestrino. Ancora treno da Bologna a casa.  

La mattina dopo mi addormento e dormo per quasi due giorni di fila, dimenticando il bucato bagnato in lavatrice. E sogno di aver realizzato un piccolo sogno. Arrivare laggiù fino dove si può, come si può, al km zero, lentamente con pazienza. Assaporando una ad una le piccole tappe.
Lo vivo come una chiusura del cerchio, in realtà non esiste un vero punto d’arrivo. Ho solo aggiunto una tessera nel mosaico delle esperienze: il viaggio prosegue,  

chissà che gusto avranno le prossime tappe.
Anche nella riabilitazione tutto è in evoluzione, sorprendente e imprevedibile.

casa bollito. 🙂

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