Andare su un velocipede a tre ruote non è proprio uguale ad andare in bicicletta.
Davanti a te non c è una ruota come ti aspetti, ti sentì un po’ perso nel vuoto della strada li sotto di te. E un lieve panico ti balena nel retro cranio. Alle due ruotine laterali ti ci devi abituare. All inizio sembrano un po’ ingovernabili.
E allora ginocchiere, salvagomiti, casco, guanti, e se ci fosse la possibilità, anche gommapiuma e tuta spaziale.
Che vergogna: L Omo Tignoso ridotto a un omino Michelin su un triciclo.!
Non è vero che una volta imparato ad andare in bici non dimentichi più .
È un po’ come per tutto il resto.
Come si riprende pian piano a deglutire, a parlare, a legarsi le scarpe da soli e a camminare (anche se come un tacchino ) così deve ri imparare andare in bicicletta .
Ma questa è una sfida a ripartire in senso stretto, non così per dire. Qui se non stai in equilibrio cadi davvero,
Bisogna ritrovare senso dell’equilibrio e fiducia.
Da buon bambino veterano ricomincio dai giri in cortile, prima andando solo dritto, poi piano piano azzardando le curve, sotto lo sguardo paziente di Davide (Rabadanteam) che segue col monopattino.
Certo il fisico e la testa non sono quelli elastici delle scuole elementari. E poi diventando più saggio diventi anche più pauroso e cacasotto. Comunque piano piano, lento lento con la mia bici Mastretta raggiungo un po’ di confidenza;
Bardato con caschetto e divisa azzurro-cielo da postino , riprendo la mia missione nella nebbia e sfido l’imbarazzo.
É buffo vedersi e rivedersi così : goffo, imballato e legnoso su una bici .
Ci vorrà ancora un po’ di pratica prima di affrontare la strada . Per ora mi accontento di giri in cortile, agghindato da supereroe.